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The Welfare State

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 Cos’è il “Welfare state”?  La parola significa stato di benessere e sta ad indicare un’insieme degli interventi pubblici attraverso cui lo Stato cerca di attuare i diritti sociali dell’individuo.  Il suo scopo è quello di diventare uno stato che si fa carico del benessere dei suoi cittadini, con l’obiettivo di garantire loro gli standard minimi di vita rispetto al reddito, all’alimentazione, alla salute ecc., e tutela legalmente ed economicamente i momenti più critici della vita umana.  Esso nasce con la pubblicazione nel 1942 del Rapporto Beveridge ed è attuato dal 1948 con la creazione di un servizio medico nazionale gratuito e con l’adozione di altri provvedimenti sociali. Lo Stato sociale deve diminuire le disuguaglianze sociale a favore dei ceti più poveri e deve ridistribuire il reddito. Poiché il mercato, lasciato libero di agire, non distribuisce il reddito in modo equo, lo Stato interviene. Il Welfare State, aumenta la spesa pubblica e rende più equa la distribuzione della ri

Sociologia- Le comunità locali

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Tutte le società hanno un corpo che occupa una certa estensione spaziale e si trova collocato in un luogo e in un tempo definiti. Avere un corpo significa sotto stare a determinate leggi che governano tutte le realtà materiali, La corporeità umana costituisce una condizione imprescindibile della vita in società. Ogni società,  è vincolata nello spazio e nel tempo.Lo spazio è la con dizione che ci permette di vivere insieme, entrare in relazione con gli altri, agire collettivamente. Esso è anche un limite alle nostre azioni e interazioni. Il tempo è un importante fattore sociale, dato che ogni società s'inserisce in un corso storico ed è espressione del periodo storico cui appartiene. Tutte le società si organizzano al proprio interno in modo diverso. Esistono delle unità elementari di società, dei gruppi di persone che hanno in comune principalmente il fatto di appartenere al medesimo gruppo etnico o sono legati dal fatto di trovarsi tutti in una stessa area geografica. Tali nuclei

pedagogia- Il metodo Herbartiano

 Herbart con l'espressione "istruzione educativa" ci presenta il seguente schema.  Afferma che sentimenti, affetti, desideri e atti della volontà consistono in ultima istanza di rappresentazioni che divengono sempre di più. Queste idee modello (libertà, perfezione, benevolenza, diritto, equità) sono fondamentali per essere virtuosi. Se questo processo non è ordinato secondo precise regole e seguito dalla figura di un adulto (genitore, insegnante o precettore), la crescita intellettuale e morale sarà disordinata e non produrrà una personalità adulta pronta ad assumere le proprie responsabilità. Il corretto processo di apprendimento intellettuale e morale consiste dunque nella promozione ben concatenata e graduale di rappresentazioni tese a trasferire nel soggetto conoscenza e a plasmare la moralità.  La pedagogia di Herbart non si ritrova nè con l'idealismo nè con empirismo, ma si propone come una scienza pratica impegnata a definire i fini e modi del percorso educativ

pedagogia- J. F. Herbart

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herbert viene considerato un pedagogista nel senso moderno dell’espressione. Nato nel 1776 a Oldenburg da una famiglia colta rivela il suo talento per la musica, una buona disposizione alla riflessione filosofica e un grande interesse per l’insegnamento. Studia scrupolosamente Kant e Pestalozzi. Nel 1835 scrive il “Compendio delle lezioni di pedagogia” dove espone la sua idea pedagogica e il suo metodo didattico. Muore nel 1841 a Gottinga.  Pedagogia: Herbert concepisce la natura della pedagogia come un sapere dotato di una propria specificità che fa riferimento alla filosofia morale per l’individuazione del fine educativo e alla psicologia per le modalità attraverso cui avviene l’apprendimento. Secondo il pedagogo tedesco la filosofia morale ha come fine dell’educazione la moralità personale e questa consiste nella conformazione del carattere e nel conseguimento della virtù. Per quanto riguarda la psicologia, questa viene considerata come processo che regola il flusso continuo di rap

pedagogia- verso la società alfabeta

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Durante il XIX secolo in Europa si ritiene indispensabile l'alfabetizzazione, questo movimento prende nome di modernizzazione. Ben presto ci si trova nella realizzazione di una nuova società.  I sostenitori della modernità erano convinti che la generalizzazione della scuola avrebbe formato degli adulti all'altezza dei tempi, capaci di inserirsi nella vita sociale e produttiva in modo attivo. Il modello di vita borghese era considerato un esempio e andava esteso a tutte le classi sociali, anche a quelle più povere, che spesso erano più semplici e rozze.  Per raggiungere questo obiettivo era necessario educarli adeguatamente che siano bambini o adulti. Verso il secondo Ottocento tra gli adulti si fecere sempre più popolare pratiche di auto-aiuto, lo scopo di queste era di far capire allee persone che fossero in grado di migliorare la propria posizione.  L'importanza della scuola accettata anche da quelli che diffidavano dell'idea di modernità perché sganciata dal rispetto

Sociologia- la secolarizzazione

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  Il sacro ha avuto sempre un ruolo centrale nelle nostre vite, già dai tempi antichi ci si chiedenìva cosa ci fosse dopo la vita, perché la natura provocasse in noi un senso di terrore portando con se un'inquietudine esistenziale. Le grandi religioni hanno cercato di confortare di fronte a questioni  scomode dando vita a idee di giustizia, alle quali ci si deve attenere per non incorrere nell'ira divina; e di peccato, che indica le condizioni di colpa in cui ci si trova e da cui ci si deve riscattare. Di conseguenza si crea la figura divina, colui che rappresenta provvidenza e misericordia.  Il sacro per esstere si deve istituzionalizzare cioè deve venir riconoscito. Per raggiungere questo obiettivo ha bisogno della frde e della dottrina. La prima sta ad indicare un'adesione, una sottomissione affettiva e intellettuale a un essere sopranaturale. porre tutta la propria fiducia in qualcuno di cui non possiamo avere esperienza diretta. La seconda invece regola la nostra vita

Sociologia- ruolo della donna lavoratrice

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 Il lavoro è ciò che organizza la nostra società, per mezzo di vincoli e orari. Nella prima metà del Novecento aumentano le opportunità di lavoro per le donne grazie all'aumento delle fabbriche, che introducono il lavoro a catena quindi la forza fisica viene sostituita dalle macchine; e all'aumneto di lavori impiegatizi come banche, assicurazioni, uffici pubblici, luoghi nei quali il presenza femminile si fa sempre pià nota. Nonostante queste non avessero alcuna possibilità di fare carriera in questi ambiti lavorativi, possiamo però notare  che vi è un'abbandono di queste attività da parte degli uomini. Ora vi è lo sviluppo di  nuove figure professionali tipicamente femminili come l'infermiera o l'insegnante questo perchè si ritiene che loro siano più dotate a lavori assistenziali ed educativi.  Dopo la seconda guerra mondiale il tasso di attività femminile nei paesi occidentali aumenta grazie alla crescita economica (il loro numero non sarà ancora relativamente par